mercoledì 20 aprile 2011

Punto 1: chiamare le cose con il loro nome


Niente terapia, si parte chiamando le cose con il loro nome. Serve a discernere i sentimenti, a capire da dove arrivano e dove possono andare, a indirizzarli verso le persone...a farli fluire e se dio vuole a farli uscire, per sempre si spera.

Ok.

Tristezza
Io e A non stiamo più insieme, credo di non amarlo più...non nel modo e intensità necessarie a stare insieme

Depressione
A dopo silenzio e assenza mi ha scritto tutto deciso proprio l'altro giorno...mi ha corteggiato e chiesto di vederci. Così sarà il prossimo we. Credo che lui si aspetti che torneremo insieme. Io penso di non poterci riuscire.

Ossessione
Penso ad E continuamente. Continuo a fantasticare su di lui, su di noi. Su quello che ci diremmo durante una passaggiata, sul vino che ordinerei a cena con lui, su quanto tempo potremmo guardarci negli occhi e sull'emozione che proverei se mi tenesse la mano e se mi baciasse

Ansia e rabbia
Mia sorella che mi chiama per chiedermi dei soldi, di nuovo. E che nonostante non ci vediamo da 8 mesi, e che mi stia chiamando mentre sono a lavoro mi vomiti addosso in trenta secondi, sempre premesse e senza un " tu come stai?" notizie sui miei genitori

Insopportazione
l'ambiente in cui lavoro, le persone che vedo tutti i giorni, tutto il giorno...sento la necessità di un cambio

Disperazione
la mia casa, è un campo di battaglia...pile di cose da scavalcare per passare da una stanza all'altra, per entrare e per uscire di casa...la sensazione di aver passato il punto di non ritorno e che l'unica soluzione sia abbandonare tutto e traslocare...

Insoddisfazione
Mi sento fuori forma, poco attraente, senza energie..

Ok mi fermo qui.

Good grief! Ma non poteva darmi un pillolone blu come in Matrix?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

datele un sedadavo!

violaciocca ha detto...

Finiscila di fare l'anonima!